José Mourinho, quando è stato contattato per la prima volta da
Moratti?
«Per me la verità è importante e voglio che si sappia: l’Inter mi ha
chiamato il giorno dopo la seconda partita con il Liverpool».
Quando arrivò al Chelsea disse di essere un tecnico speciale, adesso
come si definisce?
«Voglio essere soltanto Mourinho. L’Inter è un club speciale e quando è
speciale la società, l’allenatore diventa qualcosa in più. Però penso ancora di
essere un grande tecnico, ho la stessa ambizione e la stessa motivazione».
Cosa le ha chiesto il presidente Moratti?
«Di essere Mourinho, di lavorare con grande passione e empatia con
tutti, società, giocatori e tifosi e di iniziare un ciclo nuovo. È finito quello
di un grande allenatore come Roberto, ora si apre una nuova pagina. Io sono
diverso da Mancini, ho una filosofia che credo possa piacere ai giocatori».
I tifosi interisti vogliono soprattutto la Champions League.
«È il sogno di tutti. L’anno prossimo però ci saranno undici squadre
che vogliono vincerla: tre italiane, quattro inglesi, una tedesca e tre
spagnole, compreso l’Atletico Madrid. Io la chiamo la competizione dei dettagli,
perché spesso sono quelli che fanno la differenza».
L’Inter è una delle tre italiane candidate alla vittoria?
«Certamente, io ho vinto una volta e per due volte sono arrivato in
semifinale, quindi penso di avere una "tendenza" per questo torneo. Dal punto di
vista tattico poi è stato importante per me avere a che fare con esperienze
culturali diverse».
È possibile riuscire a vincere scudetto, Champions e Coppa Italia?
«Non dimentichiamoci che c’è anche la Supercoppa. Credo di avere un
metodologia di lavoro adatta per tenere le squadre ad alto livello e in corsa in
tante competizioni fino alla fine, vincere tutto credo però che sia quasi
impossibile».
Si dice che abbia pronta una lunga lista della spesa. Conferma?
«A leggere i giornali sembra che io voglia 60 calciatori e che l’Inter
sia pronta per diventare la regina del mercato. Non è vero, non c’è bisogno di
un cambio drammatico. Bastano 2-3 rinforzi, vorrei allenare 21 calciatori più 3
portieri».
Che fine farà Adriano?
«I miei occhi sono aperti e anche le mie orecchie. Analizzerò il suo
momento, lo andrò a vedere il 18 giugno con il Brasile quando giocherà con
l’Argentina, parlerò sia con lui che con gli altri interisti».
Qual è la ricetta per ottenere subito delle vittorie?
«Moratti mi ha regalato un bellissimo libro sui successi dell’Inter, ma
per me anche lo scudetto appena vinto fa parte del passato. Noi abbiamo bisogno
di iniziare a scrivere un libro nuovo e lasciarci tutto alle spalle».
Cosa dirà ai suoi giocatori per motivarli?
«Crespo mi conosce e può portare a tutti questo messaggio: con me gioca
chi lavora. I pigri e quelli che pensano prima a loro stessi e poi alla squadra
avranno delle difficoltà. Nelle ultime sei stagioni ho conquistato dodici
titoli. Vincere è la conseguenza naturale del mio modo di lavorare».
Cosa pensa del nostro calcio?
«Il campionato italiano non è il più bello del mondo. Ma grazie a me,
al Milan, alla Juventus, alla Roma e a qualche giocatore europeo che arriverà
quest’estate potrà migliorare. Credo che la serie A possa tornare a essere
quella degli Anni 80 e 90».
Come sarà la nuova Inter targata Mourinho?
«Voglio cambiare la filosofia calcistica. Per me è fondamentale
l’ampiezza, il gioco con le ali. Adottando un modulo centrale, con il rombo e
due attaccanti, è più facile per gli altri ripiegare e chiudersi».
Autore: Redazione MyTag.it
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