"La voglia di andare all'estero aumenta ed è una certezza che, quando concluderò la mia carriera all'Inter, non allenerò in Italia". E' amareggiato Roberto Mancini e le dure parole rilasciata alla stampa sono l'emblema della delusione del tecnico nerazzurro.
Si dovrebbe parlare della sfida di domani pomeriggio con l'Udinese, ma i temi in casa nerazzurra richiamano ancora l'aggressione subita dai giocatori dell'Inter da parte di un gruppo di tifosi nella notte tra sabato e domenica al ritorno dalla vittoriosa trasferta di Ascoli Piceno.
"C'è chi il calcio l'ha fatto diventare così, giocare e divertirsi, che è l'espressione massima di questo gioco, non è più possibile. Non si può più perdere o vincere pensando solo a quanto accade in campo. Se si perde bisogna purtroppo pensare a tante altre cose. La voglia di andare avanti da parte mia comunque c'è sempre, lo faccio perchè mi piace questo gioco e stare sul campo con i giocatori e non lo faccio per soldi come qualcuno ha detto più volte. È la passione il motivo che mi spinge".
Mancini spiega di aver visto ieri i suoi giocatori, "qualcosa sicuramente hanno subito, ma spero che riescano a lasciare da parte questi episodi e pensare alla partita di domani".
L'Inter è impegnata nella semifinale di ritorno di coppa Italia contro l'Udinese. Non verranno convocati Adriano e Veron, mentre dovrebbe esserci Cristiano Zanetti.
Anche Massimo Moratti dice la sua sul presunto fallimento del progetto Mancini: "Certo non è stato un successo, nello stesso tempo lui ci ha messo tutta la volontà e le capacità, è stato anche lui tradito dai calciatori. Nel calcio è facile trovare l’obiettivo, ma è altrettanto difficile capirne tutti i meccanismi".
Autore: Michele Basso
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